Monte Porrara

La cresta del Porrara

La cresta del Porrara è situata sulla propaggine meridionale della Majella, per un percorso spettacolare che si svolge in gran parte oltre quota 2000 m; lo scenario è molto vario, alternando boschi di faggio, radure e (in parte della discesa) il bosco rado. Tuttavia, l’elemento principale è dato dal lungo passaggio sul crinale e dalla sua bellissima veduta (per la verità, chi scrive non ha potuto ammirare nulla su uno dei due lati per la presenza della nebbia durante tutta l’escursione; ma il gioco delle nuvole ha costituito un altro motivo di spettacolarità).

Il percorso inizia sul piazzale asfaltato della Stazione di Palena, in corrispondenza del Valico della Forchetta, quota 1266 m slm. Dalla stazione si segue per un breve tratto la strada che si dirige a Campo di Giove, costeggiando, sempre per un breve tratto, la ferrovia. Dopo poco si incontra l’inizio del sentiero del Parco Nazionale della Majella, l’”SP”, che si dirige immediatamente in salita attraverso la faggeta. Una decina di minuti e il bosco si apre, alternando tratti di vegetazione a radure che si spalancano verso l’altopiano da cui si è partiti, Quarto di S. Chiara, da cui ha origine il torrente Aventino.

Il sentiero prosegue salendo, a volte in maniera rettilinea, a volte con tornantini, aprendosi anche sull’altro lato; si incontrano sul sentiero ad un certo punto un paio di cippi, probabilmente indicanti anticamente il confine tra due comuni o due proprietà. Dopo un altro tratto di foresta, il cammino si apre definitivamente e si dirige verso la serra che porta alla vetta: la veduta è spettacolare, mentre il sentiero si fa strada tra pietre, prato, fiori. Si superano le formazioni rocciose dette “Loggia di Pilato”, e si comincia ad osservare l’anticima. Da qui, continua la salita e si giunge alla vetta del Porrara, quota 2137: in realtà, appare essere come il punto più elevato di una cresta che continua con vari saliscendi e con un sentiero che alterna tratti sommitali ad altri più laterali, ma sempre altamente panoramici.

Con un doppio tornante il percorso scende di quota verso destra, lasciandosi a destra le rovine di un vecchio stazzo, poi riprende la sua direttrice. In breve si giunge alla parte forse più impegnativa dell’escursione, nel tratto denominato “Guado di Coccia”, in cui il sentiero scende con dei tornantini su balze rese scivolose da ghiaia e pietre. In alcuni passaggi potrebbe essere necessario utilizzare anche le mani per guadagnare la discesa: se si fa silenzio non è difficile avvistare i camosci. Dopo poco si giunge all’impianto di risalita: da là si imbocca il sentiero “L” che, in parte attraverso la faggeta e successivamente attraverso vegetazione più aperta, scende verso il termine dell’escursione, laddove il sentiero medesimo sbocca sulla SP 12a.

ItinerarioDalla Stazione di Palena alla SP 12a (prima di Campo di Giove). Sentiero “P” fino a Guado di Coccia; da là “L”.
DifficoltàE+
DislivelloAscesa totale: 1117 m; discesa totale: 1288 m6-7
Tempo a/r6-7 ore